giovedì 25 settembre 2008

Caro Professor Bartoli,

un po’ per caso ho saputo che non ci sei più. Non ci volevo credere, perché abitavi vicino a casa mia e ogni tanto ti vedevo per strada, o al supermercato. Vorrei sapere se eri ammalato, o se te ne sei andato all’improvviso, ma non conosco nessuno che mi possa aiutare a scoprirlo.
Mi hai sempre dato l’idea di essere un uomo solo, però sono sicura che amavi la vita. Eri solo ma non solitario, amavi il tuo lavoro, la scuola e la letteratura. Gli autori classici e quelli siciliani erano i tuoi preferiti, forse ti ricordavano la tua terra. Ogni volta che ci leggevi Pirandello, o che ci parlavi di Verga, sembravi ancora più appassionato, e quando spiegavi le tradizioni siciliane ti brillavano gli occhi. Ti ricordi quando per farci ridere ci hai detto che al tuo paese eri soprannominato Don Mario Il Calvo?
Eri un bravissimo attore, quando interpretavi le poesie e le letture eri formidabile, e le tue battute ci facevano divertire. Scusa se ti abbiamo preso in giro, ma lo facevamo bonariamente, in realtà ti amavamo tutti. E poi, so perfettamente che ne eri consapevole, e che anche tu ridevi con noi.
Te ne sei andato presto, certo non hai mai dato l’idea di scoppiare di salute: non ci sentivi quasi da un orecchio, portavi gli occhiali da sole anche in classe perché la luce ti dava fastidio, eri magro e allampanato. Ma nonostante tutto, nonostante la tua camminata un po’ sciancata, per noi eri SUPER MARIO, e sempre SUPER resterai.
Ciao Mario