lunedì 19 maggio 2008

GOMORRA, di Roberto Saviano

Di solito tra le mie letture non figurano molti saggi, ma capita spesso che quelli che scelgo di leggere si rivelino più appassionanti di tanti testi di narrativa, e mi rimangano in testa più intensamente e più a lungo di un semplice romanzo.
La cosa strana di Gomorra, l’ormai famosissimo libro di Roberto Saviano, è che pur essendo un libro-verità, si può leggere tutto d’un fiato, e rimanere “incantati”, inorriditi, coinvolti nelle tante storie, esattamente come se si stesse leggendo un’opera di fantasia, o assistendo ad un film inventato. Il fatto è, che tutto quello che viene raccontato E’ VERO, è stato vissuto da dentro, dall’autore stesso, che oltre ad avere studiato, indagato e raccolto dati sulle molteplici attività imprenditoriali (illegali o meno) del “Sistema” campano, ha visto, sentito, conosciuto, osservato, a suo modo partecipato.
La sensazione che si ha è che esistano due Italie, due realtà completamente diverse, ma nello stesso tempo imprescindibili, indissolubilmente intrecciate. Da una parte, quella “normale”, vissuta dalla magior parte dei cittadini; dall’altra, l’Italia governata (nel senso più completo del termine) dalla Camorra, dai numerosissimi clan e dai suoi esponenti. In quest’Italia, tutto genera da loro e si sttua tramite loro: risorse economiche, sociali, militari. Sostenendo l’economia di intere zone, i cittadini che abitano quelle zone sostengono loro. Pur temendo i clan e i loro affiliati, sanno che affidarsi ad essi è l’unica via di scampo contro una miseria altrimenti sicura. La cosa grave, è che non c’è scelta. E allora Gomorra, l’inferno, è l’unico mondo possibile, è la salvezza.