giovedì 25 settembre 2008

Caro Professor Bartoli,

un po’ per caso ho saputo che non ci sei più. Non ci volevo credere, perché abitavi vicino a casa mia e ogni tanto ti vedevo per strada, o al supermercato. Vorrei sapere se eri ammalato, o se te ne sei andato all’improvviso, ma non conosco nessuno che mi possa aiutare a scoprirlo.
Mi hai sempre dato l’idea di essere un uomo solo, però sono sicura che amavi la vita. Eri solo ma non solitario, amavi il tuo lavoro, la scuola e la letteratura. Gli autori classici e quelli siciliani erano i tuoi preferiti, forse ti ricordavano la tua terra. Ogni volta che ci leggevi Pirandello, o che ci parlavi di Verga, sembravi ancora più appassionato, e quando spiegavi le tradizioni siciliane ti brillavano gli occhi. Ti ricordi quando per farci ridere ci hai detto che al tuo paese eri soprannominato Don Mario Il Calvo?
Eri un bravissimo attore, quando interpretavi le poesie e le letture eri formidabile, e le tue battute ci facevano divertire. Scusa se ti abbiamo preso in giro, ma lo facevamo bonariamente, in realtà ti amavamo tutti. E poi, so perfettamente che ne eri consapevole, e che anche tu ridevi con noi.
Te ne sei andato presto, certo non hai mai dato l’idea di scoppiare di salute: non ci sentivi quasi da un orecchio, portavi gli occhiali da sole anche in classe perché la luce ti dava fastidio, eri magro e allampanato. Ma nonostante tutto, nonostante la tua camminata un po’ sciancata, per noi eri SUPER MARIO, e sempre SUPER resterai.
Ciao Mario

mercoledì 23 luglio 2008

FENOMENO FACEBOOK

Ho cercato per mesi di entrare nella mentalità di tutti coloro che usano FACEBOOK, la nuova Internet-mania che sta letteralmente spopolando in Italia. Dopo aver guardato con sospetto per settimane le prime richieste che un paio di persone più navigate – è il caso di dirlo – di me mi inoltravano per unirmi al popolo dei Facebookiani (“Join the group!”), ho deciso di rispondere, più che altro perché mi sembrava che fosse ormai diventato l’unico modo di comunicare con loro (una specie di rimpiazzo delle email, per intenderci). E così mi sono iscritta, e per scoprire cosa fosse questo sito, ho dato un’occhiata al profilo delle mie “due nuove amiche”. Ho trovato una marea di roba, quiz, gruppi, amici sparsi per il mondo, messaggi e notizie sugli ultimi movimenti degli iscritti, foto, link e chi più ne ha più ne metta. MAH!.. penso io, chiudo l’applicazione e non ci penso più.
Ultimamente però mi sono arrivate parecchie richieste di persone che conosco o che ho conosciuto, e che volevano avere accesso al mio profilo, ed ho iniziato a trovare la cosa divertente. Ho caricato una foto nella pagina iniziale, ho aggiornato il mio profilo, ho appuntato su una cartina virtuale un po’ (non tutte) delle città dove sono stata, ho riempito una libreria – sempre virtuale – di una piccola percentuale dei libri che mi è piaciuto leggere. Ho scoperto che esiste un gruppo che cerca di raccogliere tutti coloro che erano ad Almeria in Erasmus nel 2002-2003, ho ritrovato 2 compagne dell’università e due compagni delle medie. Mi si è aperta la possibilità di sapere che fine hanno fatto quelli di cui ho perso le tracce: i miei housemates coreani e giapponesi, gli amici di Dublino, e soprattutto quelli dell’Erasmus!
Credo che in Facebook ci siano moltissime schifezze”, ma credo anche che sia il modo più efficace per tenersi aggiornati e in contatto con tante persone contemporaneamente! E allora, se serve a questo, evviva Facebook.

lunedì 19 maggio 2008

GOMORRA, di Roberto Saviano

Di solito tra le mie letture non figurano molti saggi, ma capita spesso che quelli che scelgo di leggere si rivelino più appassionanti di tanti testi di narrativa, e mi rimangano in testa più intensamente e più a lungo di un semplice romanzo.
La cosa strana di Gomorra, l’ormai famosissimo libro di Roberto Saviano, è che pur essendo un libro-verità, si può leggere tutto d’un fiato, e rimanere “incantati”, inorriditi, coinvolti nelle tante storie, esattamente come se si stesse leggendo un’opera di fantasia, o assistendo ad un film inventato. Il fatto è, che tutto quello che viene raccontato E’ VERO, è stato vissuto da dentro, dall’autore stesso, che oltre ad avere studiato, indagato e raccolto dati sulle molteplici attività imprenditoriali (illegali o meno) del “Sistema” campano, ha visto, sentito, conosciuto, osservato, a suo modo partecipato.
La sensazione che si ha è che esistano due Italie, due realtà completamente diverse, ma nello stesso tempo imprescindibili, indissolubilmente intrecciate. Da una parte, quella “normale”, vissuta dalla magior parte dei cittadini; dall’altra, l’Italia governata (nel senso più completo del termine) dalla Camorra, dai numerosissimi clan e dai suoi esponenti. In quest’Italia, tutto genera da loro e si sttua tramite loro: risorse economiche, sociali, militari. Sostenendo l’economia di intere zone, i cittadini che abitano quelle zone sostengono loro. Pur temendo i clan e i loro affiliati, sanno che affidarsi ad essi è l’unica via di scampo contro una miseria altrimenti sicura. La cosa grave, è che non c’è scelta. E allora Gomorra, l’inferno, è l’unico mondo possibile, è la salvezza.

giovedì 10 aprile 2008

ZAMMU'

Ieri sera ho scoperto un nuovo locale qui a Bologna, si chiama ZAMMU' ed è stata una piacevolissima sorpresa!
Situato all'angolo tra via Saragozza e via Malpertuso, ha inaugurato la settimana scorsa, dopo essere stato riarredato e decorato secondo il gusto dei due simpaticissimi gestori. Odore di verice fresca, pavimento in legno, pareti dipinte a tinte forti e tappezzate di carta di riso; appese al soffitto delle bellissime marionette in cartapesta, fatte a mano e regalate da amici catanesi. Su un piccolo palco c'è un pianoforte che verrà utilizzato per concerti jazz. La stanza è piccola ma accogliente, mentre la parete esterna è un'enorme vetrata che rende il locale particolarmente luminoso di giorno, e invitante per chi passeggia lungo via Saragozza la sera.
La stanza adiacente, dietro il bancone in legno, è adibita a sala di lettura e libreria (idea favolosa!): si organizzeranno laboratori per bambini e incontri letterari. I libri sono tutti in vendita, e se desiderate potrete essere consigliati dall'entusiasta proprietaria.
Zammù ha anche una cantina molto fornita: vini rossi e bianchi provenienti da ogni regione d'Italia, le bottiglie disposte in bellavista su mensole e scaffali nella stanza principale. Abbiamo assaggiato un Sangiovese e un Chianti: veramente ottimi. Il menù prevede molti piatti di affettati, sempre di qualità e provenienza regionale. Il nostro assaggio: carpaccio di carne salata con insalata e un formaggio stagionato siciliano aromatizzato allo zafferano: acquolina, eh?!
All'uscita non dimenticate di prendere la vostra "frase della buonanotte", un bigliettino che vi viene regalato e che contiene... bè, sorpresa!
Una parola va spesa per i due gestori, una coppia siciliana arrivata a Bologna pochi mesi fa, che si è buttata con passione ed entusiasmo in questa avventura, e che è riuscita a dare vita ad un locale familiare, accogliente e non pretenzioso, pur essendo il loro progetto ambizioso e - credo io - molto coraggioso.

martedì 5 febbraio 2008

ULTIME NOVITA' AL CINEMA

Vorrei fare un resoconto di alcune novità cinematografiche che mi è capitato di vedere ultimamente, e che per un motivo o per l’altro mi sembra valga la pena consigliare.
Partiamo dal fondo, ovvero dal film più recente. “The Bucket List”, nella versione italiana “Non è mai troppo tardi”, tragi-commedia che vede come protagonisti i grandissimi Jack Nicholson e Morgan Freeman. Entrambi invecchiati, non c’è che dire, ma straordinari come sempre. La trama la saprete, i temi sono tanto seri quanto attuali: la malattia attualmente più temuta, la consapevolezza di non avere molto tempo a disposizione, il desiderio di superare la paura della morte, la voglia di correre contro il tempo e vivere in pochi mesi tutto quello che non si è mai vissuto in una vita intera. Nonostante questo però, il film diverte e affascina, le battute non mancano, e anche se il finale è prevedibile e inevitabile, l’umorismo dei personaggi e le varie gag alleggeriscono il tutto. Quello che vorrei segnalare però, non è tanto il film in sé stesso, quanto l’occasione e il cinema in cui l’ho visto. Al Chaplin di via Saragozza, infatti, tutti i lunedì proiettano, in lingua originale, i film di nuova uscita. Ieri è stata appunto la volta di “The Bucket List”. Niente sottotitoli. Fantastico: un’occasione unica per chi vuole vedersi, una buona volta, un film sentendo le vere voci dei protagonisti. E nello stesso tempo migliorare, o imparare l’inglese, cercando la soddisfazione di dire “Ho capito!” (chi più chi meno..). E io dico con orgoglio che HO CAPITO – quasi – TUTTO!! Mi domando perché a Bologna siamo carenti di questi eventi, ma forse un’idea ce l’avrei..

Film di tutt’altro genere, ma ugualmente apprezzabile è “Signorinaeffe”, più che altro per lo sfondo storico sociale, che ci rende consapevoli di fatti accaduti in un anno in cui eravamo già nati, ma in cui eravamo ancora incapaci di comprendere la realtà che ci circondava (parlo per i miei coetanei, nati a cavallo tra gli anni 70 e 80). Durante l’enorme sciopero della Fiat nel 1980, che durò 35 giorni e che mise in ginocchio intere famiglie di operai, si consuma la storia d’amore, intensa ma senza futuro, tra un operaio attivo scioperante, e una giovane impiegata, proveniente da un’umile famiglia che ha per lei grandi progetti. Interessante è l’inserimento di scene reali, mandate in onda all’epoca in televisione, che testimoniano cortei e proteste che sono state dimenticate con il tempo.

E ora..la chicca: CARAMEL. Film libanese, ambientato a Beirut, racconta le storie di 4 ragazze, proprietarie di un salone di bellezza, che vivono le loro storie quotidiane in un contesto in bilico tra l’occidentalizzazione e le proprie tradizioni. Bellissimo, uno dei film più belli visti negli ultimi tempi. Non c’è una storia precisa, è un film corale in cui il tema comune sono amore, amicizia e femminilità. L’atmosfera è quella caotica, calda e allegra del medio oriente, la recente guerra visibile solo dietro un velo. Non voglio raccontare altro perché merita veramente di essere visto