Di solito tra le mie letture non figurano molti saggi, ma capita spesso che quelli che scelgo di leggere si rivelino più appassionanti di tanti testi di narrativa, e mi rimangano in testa più intensamente e più a lungo di un semplice romanzo.
La cosa strana di Gomorra, l’ormai famosissimo libro di Roberto Saviano, è che pur essendo un libro-verità, si può leggere tutto d’un fiato, e rimanere “incantati”, inorriditi, coinvolti nelle tante storie, esattamente come se si stesse leggendo un’opera di fantasia, o assistendo ad un film inventato. Il fatto è, che tutto quello che viene raccontato E’ VERO, è stato vissuto da dentro, dall’autore stesso, che oltre ad avere studiato, indagato e raccolto dati sulle molteplici attività imprenditoriali (illegali o meno) del “Sistema” campano, ha visto, sentito, conosciuto, osservato, a suo modo partecipato.
La sensazione che si ha è che esistano due Italie, due realtà completamente diverse, ma nello stesso tempo imprescindibili, indissolubilmente intrecciate. Da una parte, quella “normale”, vissuta dalla magior parte dei cittadini; dall’altra, l’Italia governata (nel senso più completo del termine) dalla Camorra, dai numerosissimi clan e dai suoi esponenti. In quest’Italia, tutto genera da loro e si sttua tramite loro: risorse economiche, sociali, militari. Sostenendo l’economia di intere zone, i cittadini che abitano quelle zone sostengono loro. Pur temendo i clan e i loro affiliati, sanno che affidarsi ad essi è l’unica via di scampo contro una miseria altrimenti sicura. La cosa grave, è che non c’è scelta. E allora Gomorra, l’inferno, è l’unico mondo possibile, è la salvezza.
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