martedì 29 novembre 2011

IL LIBRO DEI BAMBINI di As.S. Byatt



Se hai letto “Possessione” e ne sei rimasto incantato, la prima domanda che ti fai quando intraprendi la lettura de “Il libro dei bambini” è: “ma che è successo?”. Perché c’è qualcosa che non va, è chiaro. Non sai se questa sensazione venga da te, che hai aspettative troppo elevate, data la genialità del primo romanzo della Byatt oppure se il problema stia.. nella traduzione? Nell’edizione? Nella stessa scrittrice? Poi vai a controllare: i traduttori sono gli stessi, la casa editrice  - Einaudi – anche, ed è una tra le più serie. Ma c’è qualcosa che stona, decisamente stona. Forse è il linguaggio che non va: troppe ripetizioni, frasi come buttate lì, senza un nesso logico con la storia, sembrano quasi aggiunte per errore, ma non sono essenziali. Troppe descrizioni senza un perché. Termini arcaici e colti – il che va benissimo visto il contesto della storia – che improvvisamente scadono in una parola o un’espressione volgare. Anche quella, messa lì, a turbare l’equilibrio dell’intero passaggio, come un sasso buttato in un lago altera la calma piatta dell’acqua. Non è che mi scandalizzi, né il libro può definirsi volgare, ci mancherebbe! Ma uno ha la sensazione che ci siano parole, espressioni, frasi, che sono fuori posto, come se Mina, o Bocelli steccassero mentre cantano uno dei loro brani.
E poi, la storia è troppo lunga, un po’ noiosa, sembra sempre lì lì per decollare, ma di fatto non lo fa mai (sono ancora a pagina 250, ne ho ancora circa 450, tutto può ancora cambiare). E non si sa bene dove voglia andare a parare. “Possessione” era coinvolgente, appassionante, linguisticamente perfetto, idealmente geniale. “Il libro dei bambini” non è all’altezza del precedente: magari la Byatt ha perso un po’ del suo genio, oppure è stanca, non ha più inventiva, o è invecchiata, anche se la letteratura non sempre risente della vecchiaia. Che peccato. Non mi rimangono che 450 pagine da leggere, con la speranza di ritrovare la Byatt di “Possessione”.

giovedì 23 giugno 2011

PIAZZA DELL'UNITA', di Maurizio Matrone, Ed. Marcos Y Marcos

Vorrei segnalare questo bel romanzo di Maurizio Matrone a tutti i bolognesi, ma in particolar modo ai bolognesi della Bolognina (che più Bologna di così..), perché proprio del nostro quartiere si parla. Troverete scene ambientate in Via Stalingrado, P.zza dell’Unità, Aldini-Valeriani, Via Ferrarese. Sarete indecisi se riconoscervi o no parte della realtà che viene descritta, perché Matrone, da ex poliziotto quale è, descrive il quartiere dal punto di vista di uno che sulla strada ci è passato parecchie volte, sia di giorno che di notte, e che di cose ne ha viste e sentite. Se come me siete nati e cresciuti nella Bolognina, leggendo il romanzo vi chiederete anche se siamo davvero in Italia, visto che quasi nessuno dei personaggi che vi sono descritti è italiano. Mohammad, infatti, è marocchino, Shen Li e Tsa Li cinesi, Roman un moldavo che si finge rumeno, Michael Viene dalla Burkina Fasu, Elena fa parte della comunità Rom, e via dicendo. Gli italiani sono poliziotti (dalla moralità alquanto discutibile), infermieri, passanti. E’ come se Matrone mostrasse solo una delle realtà di questo quartiere, quella degli immigrati, che tocca, quasi, quell’altra, quella degli italiani, ma che non vi si mischia mai. Peccato privarsi della ricchezza dell’interculturalità, no?

martedì 4 gennaio 2011

TRUCCHIAMOCI CON LA CLIO

Avete presente quando vi imbattete in qualcosa che non avevate mai preso in considerazione prima, o che non conoscevate affatto, e quel qualcosa vi piace talmente tanto che non riuscite a pensare ad altro? Vi viene proprio la MANIA di quel qualcosa, e anche se sapete che tra un paio di settimane – o anche meno – la mania vi sarà passata, il vostro maggior desiderio è quello di possedere, conoscere, vedere TUTTO quello che riguarda il QUALCOSA dei vostri sogni.
Ecco, in questi giorni il mio “qualcosa” sono i trucchi – sì sì, proprio loro, io che non li uso mai, che ho ancora un lucidalabbra regalatomi 15 anni fa (tra l’altro è tra quelli che uso di più, infatti è a meno di metà).
Tutto merito della Clio, no non la mia macchina, non la Juni! La Clio di YouTube, quella di Clio Make Up, dei tutorial di trucco seguitissimi sul web. Prprio lei, Clio Zammatteo, che si è fatta un nome grazie alla rete e ai passaparola, che ha già pubblicato due libri con la Rizzoli, che ora collabora con Pupa, che abita e lavora a NYC, che oltre ad essere brava e bella, è pure giovanissima (28 anni).
‘Somma, dopo aver guardato un paio di suoi tutorial mi è venuta voglia – a me??!! – di truccarmi, e di fare shopping. E difatti, in 2 giorni ho speso oltre 50 € da Kiko in prodotti che userò credo una volta (lo so già, non mi sveglio prima per truccarmi alla mattina, neanche per sogno!). Ma che importa, adesso ho voglia di imparare a truccarmi come fa lei, almeno forse saprò qualche segreto in più alla prossima cena o alla prossima festa. E poi è bello sapere che ci sono persone di gran talento che sono anche giovani e semplici, che non se la tirano per niente, simpatiche e solari. Che sia questo il segreto dei segreti, il Trucco con la T maiuscola, del successo di Clio?